venerdì 26 gennaio 2018

Yiddish tango per ricordare

"non esiste il tango, esistono i tanghi e ognuno corrisponde a una data epoca"
(Osvaldo Rossler)

In occasione del 27 gennaio 2018, Giornata della Memoria, e anche con l'aiuto 'virtuale' di Moni Ovadia, Hain Burstin e Tiziana Piacentini (in arte Vittoria Maggio), vorrei parlare di uno di questi tanghi, il tango yiddish.
Il repertorio della canzone in lingua yiddish contiene un grande numero di tanghi e, come ricordava Moni Ovadia, nella prefazione al libro di Furio Biagini, 'Il ballo proibito - Storie di ebrei e di tango',  "una cultura diasporica e perseguitata non poteva essere insensibile al fascino del  'pensiero triste in forma di danza e canto', all’energia sottoproletaria e meticcia che aveva generato il mistero del tango."



Sempre da questa prefazione si legge che "questo libro di Furio Biagini, importante, bello ed avvincente, ci racconta la storia pressoché sconosciuta di una fatale attrazione fra gli esuli della yiddishkeit est-europea  e dell’ebraismo sefardita ed una danza-musica-canto che ancora oggi sa turbarci ed emozionarci"
Senza trascurare il fatto che lo stesso Moni Ovadia definì 'Yiddish tango', "una delle più belle canzoni yiddish che mi sia capitato di ascoltare"......"dopo averla ascoltata l’ho scelta come uno dei motivi da inserire nello spettacolo scritto a quattro mani con Roberto Andò. La cantava accompagnata dalla TeaterOrchestra la meravigliosa Lee Colbert che ha tutti i quarti di nobiltà per interpretare questo genere di canzoni, essendo un’ebrea Argentina di Buenos Aires con origini russo/polacche.
Il testo di questo tango non parla di amori perduti, è speciale ed è, come ha da essere, forte ed appassionato."


"Suonatemi un tango
Che sia razionalista o mistico,
Ma che possa capirlo anche la nonna
Suonatelo con ardore.
Rit. Suonate musicisti  suonate
Come lo può solo un cuore ebraico
Suonate la danza suonatela
Con anima e sentimento
Suonatemi un tango
Un tango della mia gente dispersa
Che possano capirlo anche i bambini
Suonate questa danza con ardore
Rit. Suonate musicisti…
Suonatemi un tango ebraico
Che non sia né ariano né barbarico
Che il nemico veda che posso ancora danzare
Che posso danzare con ardore. 



Yiddish Tango - Versione cantata da Olga Avigail con Tango Attack band: 
Hadrian Tabęcki - piano, Piotr Malicki - chitarra, Grzegorz Bożewicz - bandoneon

Nel maggio 2017 mi capitò di seguire un'interessantissima conferenza tenuta allo spazio Oberdan dallo storico Hain Burstin, professore ordinario di Storia moderna presso l’Università di Milano-Bicocca, che frequenta da molti anni il mondo rioplatense ed è attento osservatore e conoscitore del tango nelle sue diverse espressioni culturali.
Proprio da questa conferenza, arricchita dall'ascolto di molti brani musicali di tango yiddish, apprezzai queste composizioni e venni a conoscenza di cantanti, direttori, strumentisti, attori, impresari, insomma di quegli ebrei che hanno lasciato un segno nel mondo del tango: i fratelli Rubinstein, Rosita Montemar, la princesa del tango, Besprovan, violinista dell’orchestra Tipica Victor, Sucher, autore del bellissimo Prohibido, Bernstein, Schifrin, solo per citarne alcuni che avevo poi annotato. 
Scoprii così come fossero musicisti apprezzati, come magari si nascondessero dietro pseudonimi o come spesso fossero osteggiati dalle famiglie che vedevano questa promisquità con il tango come una perdita di identità ebraica e uno spreco dell’arte della musica, a cui avevano sempre tenuto, per tradizione. 
Insomma una dimensione del tango decisamente poco nota e a volte dai risvolti tragici come quelli del 'tango della morte',  'Plegaria' e tutti quei tanghi che venivano suonati nei campi di concentramento per accompagnare le visite degli ufficiali, i loro discorsi, o il viaggio verso i forni dei compagni.



Plegarja di Eduardo Bianco) - Orkiestra tangowa "Odeon",  
1930 Odeon (Polish pressing)


Una banda musicale di internati di Auschwitz
Spartito del compositore Rudolf Karel, rinvenuto ad Auschwitz

Questo perché i nazisti vedevano il tango, allora in voga insieme al Jazz, come una musica con meno probabilità di ispirare la ribellione. E dovevano suonare tanghi, in particolare il 'Tango della morte', come accompagnamento alle esecuzioni di massa.
Nella loro drammaticità questi sentimenti portarono alla luce numerosi capolavori musicali, che vennero composti proprio da quei musicisti.


 Spartito - Tango della morte

Durante le torture e le sparatorie nel campo di concentramento "Yanovskiy" (Leopoli), la musica suonava sempre. L'orchestra era composta da prigionieri, suonavano la stessa melodia "Tango of Death" e tra i membri dell'orchestra vi erano il professor del Conservatorio di Stato di Lviv, Shtriks, direttore dell'opera Mund e altri famosi musicisti ucraini. L'autore di questo lavoro è rimasto sconosciuto. 

Un breve brano del libro di Furio Biagini ci ricorda, come sostiene a ragione Osvaldo Rossler, che "non esiste il tango, esistono i tanghi e ognuno corrisponde a una data epoca"

“Quando il tango di Buenos Aires si diffuse nel Vecchio Continente entrò inevitabilmente a contatto anche con la cultura ebraica esteuropea e gli abitanti degli Shtetl lo adottarono, traducendolo in yiddish, come veicolo per esprimere il dramma della loro difficile vita. Persino durante gli anni della tragedia nazista, autori e compositori ebrei, rinchiusi nei ghetti o nei campi di sterminio, scrissero tanghi in giudeo-tedesco. … Naturalmente non si tratta di tanghi rioplatensi, però conservano ugualmente la nostalgia e il principio discepoliano di 'un pensiero triste che si balla'....."

Concludo questo breve viaggio nel tango yiddish aggiungendo le belle e interessanti considerazioni dell'articolo che Vittoria Maggio ha scritto per la sua rubrica 'Finché c’è tango c’è vita', a cui ho associato brani musicali.



Vittoria Maggio - Yiddish tango per ricordare
Un tango per il Giorno della Memoria
Il tango, il vero tango è sempre molto di più di chi ancora lo vede solo in uno spacco di gonna!
Buona lettura su un tema cruciale per l’umanità


'Finché c’è tango c’è vita' compie proprio in  questi giorni due anni di vita, quella vita che con umiltà e rispetto cerca di onorare attraverso il racconto del tango, questo strano ballo, unico a riuscirsi a confondere con la vita stessa, tanto da prenderne a volte il posto.

Tango e musica, arte, creatività e fantasia più in generale, a volte sono l’unico modo per esprimere e conservare identità, interiorità, spiritualità, radici anche quando sono ad alto rischio di sopravvivenza.
Questa settimana ricorre il Giorno della Memoria, quel ricordare ciò che per certi aspetti si vorrebbe dimenticare.
In quel terribile periodo, il tango ha ballato la sua tanda più difficile, quella ai confini tra vita, non vita, e morte.
Pochi conoscono il Tango Yiddish, e pochi  Musicalizador osano metterne qualche brano nelle serate di milonga. Suonarli di tanto in tanto aiuterebbe la memoria del 27 gennaio e contribuirebbe a ricordare uno dei valori più importante da difendere: la tolleranza nei confronti del diverso e la sua integrazione.

Il Tango Yiddish é un tango composto da musicisti ebrei negli anni trenta e quaranta, cantato in yiddish, la lingua giudeo-tedesca, quindi una lingua germanica che veniva parlata dagli ebrei originari dell’Europa orientale.
Tra gli immigrati in Argentina nelle prime decadi del ‘900  c’erano naturalmente anche ebrei e fu proprio in quel periodo che i loro tipici violini si mischiarono ai suoni nascenti del tango che anni più tardi videro la creazione dei tanghi yiddish più famosi.


Yiddish Tango - Timna Brauer & Elias Meiri Ensemble - ORF Live

Papirosen, che significa sigarette, è uno dei più celebri: scritto e composto da Herman Yablokoff nel 1935 a ricordo dell’occupazione tedesca di Grodno nella prima Guerra Mondiale  racconta  la storia di un venditore ambulante di sigarette, orfano di guerra che vende sigarette  in una notte fredda e nebbiosa. È molto bello se pur triste nelle note e nelle parole.



Papirosen - Scritto da Herman Yablokoff.
L'autore è stato ispirato a scrivere questa canzone dopo aver visto i bambini ambulanti durante l'occupazione tedesca di Grodno nella prima guerra mondiale. La versione attuale è in yiddish e russo e incorpora nuovi testi che sono stati aggiunti durante la seconda guerra mondiale. Descrive la vita quotidiana di un orfano ebreo cieco, che deve vendere sigarette e fiammiferi per sopravvivere ...

Il famoso My Yiddishe Mamme, dedicato a una delle tante madri di guerra, composto nel 1925, fu cantato in inglese, in russo, in yiddish e ripreso anche nel 2003 in francese dal grande Charles Aznavour


My Yiddishe Mamme versione in francese di Charles Aznavour

Durante l’Olocausto, il tango è diventato parte della vita dei ghetti e dei campi di concentramento:  i prigionieri avevano bisogno di avere una valvola di sfogo durante la loro tremenda giornata, e la musica poteva anche compiere questo miracolo.
Quindi il tango in yiddish fu il mezzo per esprimere le esperienze dei detenuti, le loro speranze, le sofferenze, le privazioni e il desiderio di libertà.
I nazisti permettevano questa musica non solo perché come il jazz era uno dei ritmi di moda in quegli anni: nei campi di concentramento costringevano le orchestre del campo , le Lager Cappellen, a suonare il Tango di Morte, per accompagnare i detenuti verso le camere a gas.


Tango della morte - l'orchestra del campo 
di concentramento "Yanovsky"

Un compositore ebraico ha scritto uno dei tanghi più conosciuti di questo periodo: si intitola “Friling” che significa Primavera, e fu  scritto da Shmerke Kaczerginski nell’aprile 1943, dopo la morte di sua moglie Barbara nel ghetto di Vilna; il brano, basato su una melodia di tango  esprime la tristezza e il senso di disperazione e solitudine dell’Autore.


Friling
I testi della canzone furono scritti da Shmerka Kocherginsky (1908-1954) nel ghetto di Vilnius nel 1943
 in memoria della moglie defunta nel ghetto.  La musica è stata scritta da Abraham Brudno. 
La canzone è eseguita dalla famosa cantante israeliana Hava Alberstein.


Il tango yiddish è in continua evoluzione, arriva sino ai giorni nostri…. se cominciate a navigare alla ricerca del tango yiddish, troverete questa parola che ricorre spesso: “tangele”. E’ il punto di incontro tra due potenti culture, cioè tra la canzone yiddish e il tango argentino.
“Tangele” è anche il titolo di un album del 2008 che un trio di musicisti (un vocalist, un violinista ed un pianista) ha dedicato alle canzoni, ai tanghi più importanti e conosciuti di quell’epoca.


Tangele ‎– The Pulse Of Yiddish Tango
Mastered by Scott Hull - Piano, Arranged by Gustavo Beytelman - 
Voice Lloica Czackis - Viola Juan Lucas Aisemberg

Esiste anche una pagina Facebook che si chiama Yiddish Tango Club, una band il cui leader è Gustav Bulgach, ebreo argentino, che ha dedicato ed ancor oggi dedica la sua arte e la sua musica alla miscela di danza ebraica conosciuta come Klezmer con il tango argentino.

L’anno scorso un altro gruppo di musicisti, un duo di fisarmonica e clarinetto, I Milongaires, sempre più interessati a divulgare il Tango yiddish, ha realizzato e prodotto un CD intitolato "Un tango per Auschwitz" dedicato a tutte le vittime della Shoah.


Album de I Milongaires - Tracce qui 

C’è un altro emblematico tango yiddish con cui mi piace concludere il nostro viaggio di oggi che si intitola  “Ich hob dich lieb”…. “Io ho amore per te”: chissà, finché  qualcuno avrà amore ancora per qualcun altro…… forse ancora vincerà la speranza!


The Barry Sisters - Ich hob dich zifeel lieb


E  come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi ha la voglia di  vivere!

Un abbraccio!



1 commento:

  1. Salve, sa dove posso trovare gli spartiti dei brani da lei citati? sono una cantante e mi piacerebbe approfondire questo repertorio meraviglioso.

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