venerdì 18 novembre 2016

Referendum, sii realista, vota l'impossibile!

In molti dibattiti televisivi il tema del referendum costituzionale, dell'Italicum, del sistema elettorale proporzionale o maggioritario, fanno da protagonisti e spesso viene messa in discussione addirittura la tenuta del sistema democratico.
Si sentono e si leggono posizioni davvero insostenibili o assurde sia da parte di commentatori poco esperti ed improvvisati che esternano improbabili argomentazioni sia anche da parte di "costituzionalisti" esperti e di provata competenza. 


Copertina del libro di Jason Brennan che mette in discussione la Democrazia.
Il giovane filosofo della Georgetown University, ha pubblicato un saggio contro la democrazia
 "Against Democracy" (Princeton University Press)

Ma siamo sicuri di parlare veramente nel merito della questione?
Io mi chiedo solo se c'è almeno un fondamento teorico nella matematica, nell'economia, nelle scienze sociali a sostegno delle certezze espresse nella contrapposizione  tra i fedeli alla Costituzione del 1948 e i fans della riforma Boschi-Renzi, o tra i denigratori o i sostenitori  dell'Italicum, nonché tra il sistema elettorale proporzionale o maggioritario e tra tutte le questioni messe in discussione.
Questo fondamento non c'è! Cioè non esiste una “funzione del benessere sociale”!

Continuiamo a contrapporre dibattiti senza renderci conto che i diversi sistemi elettorali, come quelli istituzionali, possono essere più o meno adeguati ai tempi, più o meno in linea con la cultura della popolazione o con le propensioni individuali, più o meno adatti alla struttura istituzionale,  ma le scelte politiche che portano a questi sistemi, intese come sistemi di decisione collettiva, non si possono basare su meccanismi razionali solidi e non contraddittori. 
Vale cioè quello che è stato definito il "Teorema dell'Impossibilità" di Arrow, che ci assicura che non possiamo aspettarci la soluzione ideale.
Senza contare altre problematiche come il Paradosso di Condorcet, la Regola di Borda, il Paradosso dei due Gelatai, di cui lascio al lettore la curiosità di scoprire.


(Kenneth Arrow 1951)
Supponendo di avere almeno tre alternative, non esiste alcuna funzione del benessere sociale F che partendo da un insieme di ordinamenti preferenziali individuali consente di ottenere un ordinamento sociale riflessivo, completo e transitivo rispettando le seguenti condizioni (o assiomi)
U Dominio universale e illimitato
P Principio di Pareto Debole
D Assenza di dittatore
I Indipendenza dalle alternative irrilevanti (iai)

Esso dice quindi che, dati i requisiti di "universalità",  "non imposizione", "monotonicità", "non dittatorialità", "indipendenza dalle alternative irrilevanti", non è possibile determinare un sistema di votazione che preservi le scelte sociali.


Albert Camus - acrilico su masonite di Manfredi

In altre parole: qual è la dinamica che porta la scelta che faccio io, alla scelta fatta da un gruppo, una collettività, una nazione, entità composte da alcuni, tanti, tantissimi individui come me?
La scelta risulterà davvero una scelta democratica?
O la scelta sarà condizionata dal potere degli ignoranti, degli hooligans, di quelli che seguono la politica a mo’ di tifoseria calcistica?
Winston Churchill definì la democrazia come la peggior forma di governo esistente, aggiungendo però che non ne aveva mai conosciuta una migliore.
Ma se siamo consapevoli che la nostra scelta non potrà mai essere supportata da una “funzione del benessere sociale”, da persone razionali, non avremmo motivi per andare a votare. 
D'altra parte se solo gli irrazionali votassero, non dovremmo poi stupirci né dei risultati delle votazioni, né delle conseguenze. 
Quindi non ci resta che pensare come Albert Camus "sii realista, chiedi l'impossibile" in questo caso "sii realista, vota l'impossibile".



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