martedì 19 aprile 2016

Referendum Trivelle...e tutto per un comma!

Forse sono fuori tempo massimo e non interessa più a nessuno ma, aldilà dei numeri che possono essere letti e interpretati secondo il proprio convincimento, vorrei fare alcune brevi considerazioni sull'iter personale che mi ha portato a decidere su quest'ultimo referendum, detto delle Trivelle, e sul perché.
Queste riflessioni nascono anche dal desiderio di far chiarezza sul perché delle mie posizioni dopo gli scontri, più che i confronti, verbali con amici che stimo e con i quali non vorrei si creassero fraintendimenti e si incrinassero i rapporti.

Nell'agosto 2015 firmai online nel sito di Greenpiece la richiesta di un referendum contro ulteriori trivellazioni nei nostri mari.
Sinceramente devo ammettere che poi me ne dimenticai, né ebbi più notizie della fine che avesse fatto il referendum fino al 27 gennaio 2016, giorno in cui scoprii che ci sarebbe stato un referendum riguardante le Trivellazioni in Italia, anche se men che meno riuscii a capire cosa avrebbe riguardato!
Quel giorno aprendo la posta trovai infatti questa mail di Greenpeace (di cui sono socia) che così mi informava:


Immagine correlata alla mail di Greenpiece del 27 gennaio 2016

Ciao Annalisa, 
stavolta ti scriviamo non solo per difendere l'ambiente, ma anche la democrazia… e le tue tasche!
Pochi giorni fa la Corte Costituzionale ha stabilito che i cittadini potranno dire la loro sulle trivellazioni, ammettendo un referendum sulla ricerca di petrolio nei nostri mari proposto da ben 9 Regioni.
Per facilitare la partecipazione e risparmiare centinaia di milioni di euro, si potrebbe fare qualcosa di molto semplice: accorpare la data del referendum e quella del primo turno delle prossime amministrative. Renzi, però, sta già pensando a qualcosa di diverso: per affossare la democrazia e compiacere le compagnie petrolifere è disposto a evitare l'ELECTION DAY, sprecando centinaia di milioni di euro dei cittadini! 
Se referendum e amministrative fossero accorpati, potremmo risparmiare un'enorme quantità di denaro pubblico, stimabile tra i 350 e i 400 milioni: CHIEDI ANCHE TU L'ELECTION DAY!
Il Governo dovrebbe agevolare l'intervento di tutti, invece di difendere i petrolieri a spese dei cittadini! Non smetteremo di opporci alle miopi politiche energetiche di Renzi che vorrebbero trasformare i nostri mari in un Texas di serie B, sacrificando l'Italia per il profitto di pochi e a scapito di molti. 
Soprattutto non accettiamo che ciò avvenga sottraendosi ad un leale confronto con gli elettori!
A Renzi forse fa paura la democrazia. A noi no.
Quasi 20mila persone si sono già mosse in pochissime ore per chiedere l'Election Day, ora contiamo su di te: FIRMA per chiedere che il referendum e le amministrative vengano accorpati!
Grazie per il tuo impegno 

Firmai!
Presa da entusiasmo e indignazione firmai e incomincia a postare appelli per convincere amici e conoscenti a informarsi e a pretendere di capire.
Si pretendere di capire!
Sembrerebbe cosa ovvia cercare di voler capire cosa un referendum chieda ai cittadini con la loro partecipazione e con il loro voto, ma passando i giorni mi accorgevo sempre più della difficoltà di fare davvero chiarezza.
Rimanevo comunque sempre convinta della necessità del voto e del SI.
I primi dubbi mi vennero dal commento a un mio post di due amici che stimo soprattutto per la loro onestà intellettuale e che mi chiedevano di riflettere quale fosse il vero quesito referendario e quale la vera natura.
Una risposta di un amico matematico mi colpì "Anche se molto comune da noi. Ostacolare qualcosa per promuovere qualcos'altro. Ma non è un gioco a somma zero."
Quindi oltre a pormi alcune domande sull'opportunità referendaria incominciai a notare che molti post promuovevano tutto quel che sembrasse supportare la loro idea, a prescindere da verifiche, compresi argomenti idioti e incominciai a non sopportare più slogan, proclami e distorsioni ad uso e consumo referendario.
Il 17 marzo 2016, dopo altre mail di appello, ricevetti sempre da Greenpiece quest'altra mail



 Immagine correlata alla mail di Greenpiece del 17 marzo 2016

Ciao Annalisa, 
il 17 Aprile si terrà un referendum popolare. Potrai esprimere il tuo voto su una questione che ci riguarda tutti: la trivellazione dei nostri mari per l'estrazione di gas e petrolio.
Non è solo un referendum contro le trivelle, ma anche un modo per dire da che parte stai: con le lobby dei petrolieri o con il mare, le energie pulite, la bellezza e l'integrità delle nostre coste e delle nostre acque? Dire STOP alle trivelle è un primo passo che l'Italia può fare per cominciare una rivoluzione energetica in direzione delle rinnovabili.
È tempo di scegliere! FIRMA ORA il tuo impegno a VOTARE SI!
PERCHÈ VOTARE SÌ?
1) Perché stiamo mettendo in pericolo il mare per un pugno di barili
2) Perché le trivelle non risolvono i nostri problemi energetici
3) Perché in caso di incidenti, una perdita di petrolio sarebbe un disastro
4) Perché ci guadagnerebbero solo i petrolieri
5) Perché la ricchezza del nostro Paese non è il petrolio, ma il paesaggio, il mare e dunque il turismo!
6) Per difendere il tuo diritto di scegliere
Non mettiamo in pericolo il mare, la ricchezza dell'Italia non è il petrolio!
FIRMA ORA il nostro manifesto e il tuo impegno a VOTARE SI al referendum del 17 Aprile
Grazie per il tuo impegno

Questa volta non firmai!
Avevo accumulato molti dubbi e soprattutto, cercando documenti direttamente dalle fonti citate in tanti articoli di parte (sia per il SI che per il NO), avevo trovato poche correlazioni con i dati comunicati.
Inoltre finalmente riuscii a trovare il vero quesito referendario:

«Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?»

Infine il 14 aprile 2016 ricevetti l'ultima mail da Greepiece 


Immagine correlata alla mail di Greenpiece del 14 aprile 2016

Ciao Annalisa,
Domenica c'è il Referendum ed è arrivato finalmente il momento di scegliere!
Gli ultimi avvenimenti politici confermano che le scelte di questo Governo non tengono conto del reale interesse del nostro Paese, ma solo di quello dei petrolieri!
Nonostante i tentativi di Renzi di scongiurare la partecipazione al voto, sempre più persone si stanno schierando a favore del SI e il quorum può essere raggiunto! 
Le trivelle nei nostri mari sono un rischio inaccettabile. 
VOTA SI e FALLO SAPERE A TUTTI I TUOI AMICI!
Ti ricordiamo che si vota in TUTTA ITALIA dalle 7.00 alle 23.00 e ti consigliamo di andare a votare presto perché le prime proiezioni sul quorum vengono rese pubbliche alle 12.00 e, storicamente, questo dato condiziona l'affluenza complessiva: una percentuale elevata fa da traino al resto dei votanti!
Non lasciamo il mare in mano ai petrolieri, difendiamo le nostre coste e i nostri fondali! 
Scegli da che parte stare e fallo sapere a tutti condividendo questo messaggio!
Grazie per il tuo impegno 

Non sono andata a votare!
Non certo perché volessi che vincesse il NO, ma non sono andata a votare perché, per me, questo referendum assolutamente inadeguato sia nella forma che nella sostanza, era stato solo strumentalizzato dalla politica così come dai media.
Non sono andata a votare perché non mi sono sentita di prendere posizioni su una questione tecnico/politica di infima entità, non certo riguardante un piano energetico nazionale che preveda un giusto equilibrio tra il consumo inevitabile di combustibili fossili e un futuro sempre più impostato sulle energie rinnovabili e sempre più libero dalle emissioni di CO2. 
Non sono andata a votare perché questo è stato il referendum degli slogan, dei venditori di fume, dei politici o delle associazioni in perenne campagna elettorale.

Come avevo iniziato concludo con quei numeri che possono essere letti e interpretati secondo il proprio convincimento. 
Non importa che l' 85,7% di SI sia visto come una vittoria di libertà o che il non raggiungimento del quorum (32% di votanti) sia interpretato come una sconfitta della demagogia o una vittoria dei NO, quello che secondo me importerebbe davvero sarebbe quell'intervento del Governo che forse avrebbe potuto evitare tutto ciò.
Mi auguro infatti che il Governo abbia il coraggio di modificare per decreto quel comma 17, perché sono comunque convinta che sarebbe meglio che le concessioni non fossero a tempo indeterminato, ma tornassero al sistema di rinnovo non automatico, così com'era previsto prima di quel comma.
Ecco quello che mi aspetto da un Governo che si rispetti! 


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