giovedì 5 giugno 2014

Bandoneón quel magico oggetto sonoro

In una fredda sera di dicembre 2013, ma nelle calde e suggestive sale seicentesche di Palazzo Graneri, a Torino, dove un tempo si esibì il grande Arturo Toscanini, ho assistito a una performance del bandoneonista iglesiente Fabio Furia. Alternando le note struggenti alle parole, l'artista ha presentato il suo bandoneón - strumento simile a una fisarmonica ma lungo e snodato come un serpente - raccontando la storia curiosa di questo strumento, che intreccia sacro e profano.





Dopo qualche nota infatti inizia la storia, narrata con passione dal musicista che  nasce quale clarinettista e che poi scopre questo magico oggetto sonoro, con cui  riesce a riprodurre meravigliose ed inusitate note.
«Il bandoneón – spiega Fabio Furia – venne inventato dal musicista Heinrich Band nell’Ottocento, ed è uno strumento musicale della famiglia degli strumenti ad ancia, con mantice, come la concertina e la fisarmonica; il bandoneón è lo strumento fondamentale delle orchestre di tango argentine. Nasce originariamente come strumento per la musica sacra, per quelle chiese che non potevano permettersi un organo, oppure per accompagnare i canti nelle processioni, in contrasto con il suo parente più prossimo, la Konzertina, la nostra fisarmonica, strumento decisamente più popolare»
Furia ci racconta anche che proprio la fisarmonica fu il primo strumento che potè suonare nell’infanzia, suonato già dal nonno, mentre lui avrebbe desiderato un pianoforte, troppo costoso, così come lo era l’organo per le chiese renane.
Furono infatti gli emigranti tedeschi che portarono, all’inizio del XX secolo questo strumento in Argentina, e fu qui che rapidamente ebbe grande successo, e venne presto inserito nel contesto della musica locale, tanto che già dal 1911 divenne l’accompagnamento per tutte le orchestre di tango, proprio quelle definite della guardia vieja.



Fabio Furia esegue Ché Bandoneon-Anibal Troilo

Bandoneón...questo sconosciuto?

Avevo già ascoltato o letto racconti su questo curioso strumento, ma non mi ero così tanto incuriosita da approfondire le notizie storiche che comunque sapevo discordanti.
Stimolata da questo piacevole incontro ho incominciato a cercarne le fonti storiche che ho trovato, appunto contrastanti, in diversi archivi e siti, soprattutto tedeschi.
Anche se Furia e alcune fonti attribuiscono l'invenzione del bandoneon a Heinrich Band (1821-1860), questa credo sia l'ipotesi meno accreditata. 
Heinrich Band, un insegnante di musica, musicista, editore e mercante di strumenti musicali, viveva a Krefeld, Renania / Westfalen Germania Ovest, maggiore dei 16 figli di Peter Band, violinista e venditore di strumenti musicali. 
Violoncellista in un'orchestra nella sua città Krefeld, intorno al 1840, aveva conosciuto e ammirato la "Konzertina" - strumento creato da Carl Friedrich Uhlig - e, continuando la tradizione di famiglia, aveva aperto nel 1843 un suo negozio di strumenti musicali nella città natale. Lo strumento "Konzertina" aveva attirato il suo interesse e, intorno al 1846, avrebbe incominciato a commercializzarne una versione perfezionata.


Nel dicembre del 1850, Heinrich Band annunciava infatti nel Crefelden Zeitung (n°215, del 10 dicembre 1850) "per gli amici della fisarmonica, a titolo di una nuova invenzione, abbiamo ulteriormente perfezionato le nostre fisarmoniche, e questi nuovi strumenti, rotondi o ottangonali, da 88 a 104 voci, sono disponibili nel nostro negozio, ve li raccomandiamo per la sostituzione degli strumenti da 20 a 88 voci".
Manuel Romano, autore di "Note di Storia del Bandoneón", nella sua ricerca, dopo aver contattato l'Archivio della città di Krefeld e trovato che "Band è stato registrato in Krefeld come un commerciante, non come un fabbricante, e non ha mai assunto dipendenti per la sua attività", dimotra che molto probabilmente erano strumenti su ordinazione, costruiti da Carl Friedrich Zimmerman a Carlfeld in Sassonia (Germania) col nome di Union-Harmonika.
Nel 1849, durante la "Mostra Industriale di Parigi", ("Note di Storia del Bandoneon" Manuale di Romani) era apparso un cartellone pubblicitario pubblicato proprio da Carl Friedrich Zimmermann, per promuovere uno strumento da lui creato, sulla base della concertina del tedesco Carl Friedrich Uhlig, da lui chiamato "Union-Harmonika" e "Carlsfelder Konzertina", a differenza di quello creato da Uhlig, chiamato in Sassonia semplicemente "Konzertina". 
Lo strumento commercializzato da Band a Krefeld e chiamato "Krefeld Konzertina" divenne poi noto come "bandonion", in tutta la Germania.
Quindi Band, pur non costruendo direttamente gli strumenti, che molto probabilmente furono costruiti proprio da Carl Friedrich Zimmerman a Carlsfeld in Sassonia, ma limitandosi a rivenderli con successo, contribuì alla popolarità dello strumento di Zimmermann. Alcune fonti sostengono che non abbia solo commercializzato ma anche progettato i primi bandonions con 56 toni con 14 tasti bi-sonori su ogni lato e successivamente un modello di 64 (16+16) toni e uno di 88 toni (23+21).



Bandonion 88 toni (23 + 21)


La morte di Band nel 1860 e l'emigrazione di Zimmermann  verso gli Stati Uniti nel 1864, presumibilmente a Philadelphia, hanno forse fatto nascere l'errata interpretazione della sua invenzione come opera di Heinrich Band, dal momento che il suo nome era ormai stato adottato dai vari produttori.
Heinrich aveva contribuito inoltre all'espansione dello strumento con diverse trascrizioni di opere per pianoforte adattate allo strumento, componendo anche valzer e polke. 
Dopo la sua morte, avvenuta alla giovane età di 39 anni, il negozio gestito dalla moglie, prima con un socio e poi con suo figlio maggiore Alfred, ha pubblicato "Scale e accordi  tutte le tonalità maggiori e minori per Bandonion", forse il primo libro di studio rilasciato per lo strumento. 

E l'origine del nome "bandonion" e "bandoneón"? 

Il termine "bandonion" apparve per la prima volta nel 1856 nelle pagine dell'annuario di Krefeld - testualmente: "Accordión’s, Concertina's (da alcuni denominate anche Bandonion's)” - nell’annuncio pubblicitario di un venditore di strumenti.
E con questa denominazione divenne noto anche ad Amburgo e Lipsia, porti dai quali probabilmente partì nel bagaglio dei tanti emigranti tedeschi diretti, tra il 1870 e il 1890, in Argentina o Uruguay.





Per il suffisso che segue il nome ci sono opinioni diverse.
Una riguarda una sorta di cooperativa che era stata formata per raccogliere fondi per la costruzione dello strumento, dando origine al termine "Band Union", cambiato in "Bandonion" dal suono più gradevole all'orecchio e che a sua volta divenne bandoneón in Argentina. Anche se non esiste traccia di tale associazione nei registri dell’epoca.
Un'altra farebbe derivare il nome dall'accostamento tra il nome dato da Zimmermann allo strumento "Union-Harmonika" e il nome del suo divulgatore Band, da cui "Band Union-Harmonika" che generò "Band Union" da cui seguirono bandonion" e la versione argentina "bandoneón".
L'origine forse più accreditata è dettata dal fatto che gli strumenti furono venduti con così tanto successo da Band, che si ritiene che proprio per questo il nome bandonion derivi dalla fusione del suo cognome con quello dell’accordion, al tempo stesso una sorta di sintesi tra “accordion di Band” e una garanzia di qualità.

E la fabbrica di Zimmermann?

Zimmermann prima di andare negli Stati Uniti vendette la sua fabbrica, nel 1864, a qualcuno il cui nome avrà molto a che fare con il futuro industriale del bandoneon: Ernst Louis Arnold (ELA).
Con l'acquisizione infatti Ernst Louis Arnold (1828-1910) diede alla fabbrica il nome "Ernest Louis Arnold Babdonion Konzertina und Fabrik", e il bandonion venne introdotto in Argentina nei primi anni del Novecento da Maz Epperlein, un esportatore di Liepzig stabilitosi a Buenos Aires, con il marchio di fabbrica "ELA".





Alfred, il figlio più giovane di Ernst Louis Arnold, fondò nel 1911 un'altra azienda, chiamata "Alfred Arnold und Bandonion Konzertina Fabrik " (AA) che esportava mensilmente circa 600 strumenti, di cui l'85 per cento esportati in Sud America, dove era nato il tango sul Rio de la Plata. Carlsfeld divenne quindi il centro riconosciuto a livello internazionale della produzione di bandonions e unì il logo "AA" ai più prestigiosi bandoneóns per musicisti provenienti da tutto il mondo.





Il bandoneón era già in uso sul Rio de la Plata (aree Uruguay e Buenos Aires) da diversi anni, prima che effettivamente venisse commercializzato. Non è noto come i primi bandonions possono essere arrivati, forse nel bagaglio di immigrati tedeschi o irlandesi o spagnoli.
Il bandoneón in origine non è stato mai costruito in Argentina e la maggior parte dei bandoneóns, sono gli "AA" prodotti da Alfred Arnold (AA) dal 1911 fino al 1949. I fratelli, Alfred Arnold (AA) e Paul Arnold, vennero sostituiti dai loro rispettivi figli e uno di loro, Horst Alfred, scrisse a un cliente, Oscar Zucchi, "Forse sapete che l'impresa non è più esistente, la mia fabbrica è stata espropriata ed è, dal 1949" fabbrica del popolo ". 
L'azienda, situata nella Germania dell'Est, era stata infatti nazionalizzata e venivano fabbricate pompe per motori diesel.
Nel 1950 il fratello Arno Arnold, fortunosamente espatriato nella Germania Ovest, apre una nuova fabbrica a Obertshausen, la "Arno Arnold Bandonion Fabrik" producendo i bandoneon marcati “Arno Arnold” (spesso millantati da venditori disonesti come “Doble A, Arno Arnold!”) con la supervisione del tecnico Kurt Muller, uno degli otto accordatori della ormai scomparsa “Alfred Arnold” e anche bandoneonista della rinomata "Juan Lloras Original Argentinische Tango Kapella". Tuttavia questi strumenti rimasero ben lontani dal livello qualitativo della produzione anteguerra dei bandoneón straordinari del periodo 1925-1938. 





L'azienda, poi chiuse definitivamente poco dopo la morte del suo proprietario, nel 1971. 
Negli anni ’60 ci furono dei tentativi di produzione in Brasile con la fabbrica “Danielson”, la cui bassa qualità ne determinò velocemente la cessazione della produzione.
Tentativi ripresi più recentemente in Germania (Guthjar, Hartenhauer) in Belgio (Geuns) in Italia (Victoria, Ora) e nella stessa Argentina, in seguito al rinnovato successo del tango in Europa dagli anni ’90, ma che a tutt’oggi non hanno ancora dato i risultati sperati e il suono dei bisonori da 142 voci con piastre in zinco delle fabbriche della dinastia Arnold costruiti tra il 1925 e il 1938 rimane insuperato.
Infatti anche se riprodurli non è impossibile, solo una produzione e vendita di massa come quella di allora permetterebbe di recuperare i costi non indifferenti di ricerche e analisi sui materiali, senza contare che il "suono" tipico è frutto al 75% della maestria di grandi accordatori (ormai quasi tutti scomparsi) che lavoravano con i musicisti ascoltandone le richieste "in una sinergia di uditi" più che "di microfono e oscilloscopio" come troppo spesso accade oggi.



Tristeza de un doble A” (Tristezza di una doppia “A”) - brano di Astor Piazzolla


Il bandoneón del grande Astor Piazzolla!

E non si può parlare di bandoneón senza ricordare quello mirabilmente suonato dal grande musicista e compositore argentino Astor Piazzolla, uno dei primi a integrare al tango e al repertorio della tradizione musicale argentina elementi di jazz e di musica contemporanea. 
Tra le oltre 600 composizioni Astor ne dedica una proprio al Bandoneón AA: “Tristeza de un doble A” (Tristezza di una doppia “A”), marchio della famosa ditta di produzione tedesca "Alfred Arnold und Bandonion Konzertina Fabrik " (AA). 
Nel video che segue, tratto dalla trasmissione tv Teatro 10 del 1972, in cui Alberto Lupo lo introduce come ospite a partire dalla presentazione del suo strumento, si può ammirare il grande virtusismo musicale con il quale Piazzolla riesce a ottenere mirabili sonorità dal suo bandoneón "AA" (Mod. Astor Bandoneones Arnold Double AA bisonorico 1935 ).



Astor Piazzolla ospite nella trasmissione tv Teatro 10 del 1972


Fonti:
From the book:  
"The Bandonion ....a Tango History" by Javier Garcia and Arturo Penon, translated by Tim Barnard
"El tango, el bandoneon y sus interpretes" by Oscar Zucchi
From the exert:  
"Notes on the History of the Bandonion"  by Manuel Roman
David Alsina   "The Bandoneon"    www.davidalsina.com/bandoneon.html
http://www.bandoneon-maker.com/
http://daten.digitale-sammlungen.de/~db/bsb00004237/images/index.html?id=00004237&fip=24.128.198.225&no=1&seite=25
From website: 
http://www.bandonionverein-carlsfeld.de/
http://www.alexmusical.com/accordionmuseum.html 
http://www.tangoreporter.com/nota-bandoneon.html
http://in-tango.com/gpage1.html
From Youtube Video:
Ché Bandoneon-Anibal Troilo
https://www.youtube.com/watch?v=woLb87m9tqs
Piazzolla Teatro 10 1972
https://www.youtube.com/watch?v=reerrtJ6DOQ#t=119
Astor Piazzolla plays Piazzolla Bandoneon Concerto 
https://www.youtube.com/watch?v=P3Sfv-Uyzc0
From Schools of bandoneon in Italy:
http://www.centrodelbandoneon.com/home.html
http://www.fondazionemilano.eu/musica/pagine/cem-centro-di-educazione-musicale
http://www.resmusica.it/index.htm


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